Dopo quasi un secolo dai primi interventi sull’uomo con andamenti altalenanti, la sostituzione protesica è attualmente un intervento chirurgico, almeno nei principali distretti, affidabile.
La ricerca di biomateriali più inerti, più resistenti e con una maggiore capacità di integrazione all’osso, i design più corrispondenti alla biomeccanica articolare e gli innegabili miglioramenti nella profilassi antibiotica e antitrombotica hanno portato a risultati importanti sia a breve sia a distanza.
Negli ultimi anni si è posta anche molta attenzione, ma spesso con enfasi, alla mini invasività. Ormani si è concordi nel ritenere che mini invasivo non vuol dire con taglio piccolo, ma rispondere ad una filosofia di rispetto delle strutture anatomiche tendini e muscoli e quando possibile ad un maggior risparmio osseo.
Protesi più piccole si stanno affermando con le dovute indicazioni, ad esempio protesi di rivestimento nell’anca e nella spalla, protesi a salvaguardia di collo, protesi mono-compartimentali nel ginocchio ecc.